Chi siamo


LA STORIA

Caritas parrocchiale San Gaudenzo 1992-2017

Nella Parrocchia San Gaudenzo, il Centro Caritas, come altri centri pastorali, è nato con il parroco Don Alvaro Della Bartola, nel 1992 su indicazione della Diocesi. Per un certo periodo si è affiancato alla “San Vincenzo”, già presente in parrocchia da anni; in seguito ne ha rilevato i compiti ed ha continuato ad operare in parallelo con il Centro Missionario.

La Parrocchia San Gaudenzo si estende sul territorio del vecchio Borgo Sant’Andrea. Si è partiti con una vasta indagine per evidenziare i bisogni dei parrocchiani. Ci si rese conto del gran numero di persone anziane, molte delle quali sole; si è dato vita al “Circolo dell’amicizia”, che si riuniva una volta alla settimana per creare fraternità e mutua assistenza tra le persone.

Negli anni ’90 – dall’esodo dall’Albania ai successivi eventi internazionali che hanno fatto giungere immigrati dai paesi dell’est Europa e dal nord Africa – si è manifestata l’esigenza di un diverso contatto con le persone in necessità, che ha portato ad avviare il “Centro di Ascolto” (nel 1997); ad usufruirne erano prevalentemente immigrati stranieri e pochi parrocchiani.

La crescita delle necessità a livello di assistenza ha portato il Centro Caritas a promuovere diverse iniziative di sensibilizzazione e ad avvalersi della fornitura di prodotti alimentari dalla Croce Rossa Italiana (CRI) per i pacchi mensili alle famiglie povere; da allora, e ancor oggi, viene devoluto in solidarietà il denaro offerto in una apposita cassetta in chiesa la prima domenica del mese.

Il 2001 è stato un anno di grande evoluzione: è iniziata la cooperazione con la Caritas della Parrocchia del Crocifisso, poi anche con San Raffaele: le tre Parrocchie già costituivano insieme Zona Pastorale. Per avere maggior efficienza di ricettività e ascolto e maggiore disponibilità di aiuti, si è istituito il Centro d’Ascolto Interparrocchiale in via Montefeltro, in grado di offrire servizio ben oltre i confini del nostro territorio parrocchiale.

Il Centro era in grado di offrire uno spazio dedicato all’accoglienza e all’ascolto; vi è iniziato un primo lavoro di registrazione su schede delle esigenze degli assistiti. In questo periodo era notevole l’impegno per far incontrare la richiesta/offerta di lavoro, in particolare per le badanti. In altri ambienti veniva vagliato il vestiario usato, donato dai parrocchiani, e poi riordinato in scaffali per la distribuzione; si raccoglievano anche piccoli utensili casalinghi, giocattoli e oggettistica. I prodotti alimentari, invece, erano ancora distribuiti in ambito parrocchiale.

Successivamente, grazie alla donazione di Don Walter Pasolini alla Diocesi, il Centro d’Ascolto ha potuto usufruire di nuovi locali in via Vega; qui, grazie alla disponibilità di spazio, si è attivato un ufficio informatizzato ed è stato possibile attuare anche la distribuzione di prodotti alimentari. In tale periodo la Caritas Diocesana offriva un aiuto economico al Centro, oltre a consentire ai volontari di frequentare corsi per meglio operare e cooperare.

Nel 2004 le Caritas delle nostre tre parrocchie hanno dato vita alla Associazione di Volontariato “Farsi Prossimo”, con l’intento organizzarsi e di espandere le attività, tutelare i volontari e poter usufruire di maggiori opportunità e risorse.

Nel 2005 le nostre tre Parrocchie costituirono Zona Pastorale, con forme di collaborazione in vari ambiti pastorali, ed in particolare nella Caritas.

Nel 2006 anche la parrocchia della Riconciliazione si è aggregata al Centro d’Ascolto, pur non facendo parte della nostra Zona Pastorale.

Il 2008 è iniziato, purtroppo, con la perdita del compianto Don Alvaro; ne è seguito un certo smarrimento dei volontari della Parrocchia. Inoltre il Centro d’Ascolto è stato privato dei locali di via Vega e delle sovvenzioni della Caritas Diocesana.

Nel 2009 il Centro d’Ascolto interparrocchiale ha potuto trasferirsi in via Duca Degli Abruzzi, in un appartamento preso in affitto, con notevole onere per l’Associazione e per le Parrocchie; ciò indusse la Riconciliazione a ritirarsi dal Centro interparrocchiale.

Intanto a don Alvaro era succeduto come parroco don Aldo Amati; con lui il lavoro è proseguito e si sono affrontate le nuove emergenze, dovute soprattutto alla grave crisi economica nazionale che faceva emergere nuove situazioni di povertà, e alle nuove immigrazioni – spesso di persone e famiglie con difficoltà economiche almeno iniziali – dai più vari Paesi.

Il mutare del contesto operativo, l’angustia degli spazi disponibili e gli alti costi di gestione, costringeva il Centro d’Ascolto a modificare la propria attività orientandola all’ascolto/orientamento (per la ricerca di lavoro, di alloggi, e simili) e alla fornitura di vestiario. Costringeva anche i volontari a mettere a frutto esperienza e competenze per destreggiarsi in orientamenti e consigli, in uffici pubblici, in compilazione di domande per richieste di sovvenzioni e bonus vari.

E’ poi ripresa la gestione degli aiuti alimentari, che si è svolta in ambito parrocchiale; la Caritas di San Gaudenzo opera nel locale della Parrocchia in via Lavatoio, utilizzato come magazzino per i prodotti alimentari destinati ai parrocchiani indigenti. Si è attivata la fornitura tramite l’Associazione Banco Alimentare, ottenendo anche prodotti forniti nell’ambito del programma per gli aiuti agli indigenti della Comunità Europea; con non poche incombenze burocratiche!

Siamo così giunti ad oggi. Il maggiore impatto numerico è dovuto all’immigrazione dai paesi africani; difficile è la comunicazione per la diversità di cultura; ai servizi del Centro si rivolgono in prevalenza le donne con figli; i giovani e gli uomini raramente si accontentano di quanto possiamo offrire, e non tornano.

Oltre l’attività del Centro Caritas, la Parrocchia, in cooperazione con San Raffaele, per 18 mesi ha accolto presso Casa Betania un gruppo di giovani richiedenti asilo, provenienti dall’Africa, dal nord Africa e dall’Afganistan. Numero fisso: dieci giovani come ospiti (con sostituzione di quelli che concludevano l’iter di richiedenti asilo) e due, che hanno già concluso l’iter, in funzione di collaboratori. Dall’1 settembre 2017, trascorsi i 18 mesi previsti (e terminato il comodato per Casa Betania), la gestione di questa iniziativa è stata assunta dalla Caritas Diocesana, con la collaborazione dei volontari delle due Parrocchie.

In Parrocchia vi è anche, inevitabilmente un rapporto diretto con i poveri, in gran parte non residenti nel territorio parrocchiale: si tratta di “senza casa”, persone o coppie senza “residenza”, che sopravvivono alla giornata, e che ogni giorno chiedono aiuti per la sopravvivenza; sono accolti dalla sacrestia, che elargisce piccole offerte, o dal parroco che, in alcuni casi, interviene con aiuti più significativi; alcuni parrocchiani sostengono direttamente questa iniziativa, che si riesce a limitare ma non a sopprimere, vista la collocazione della chiesa al centro di una piazza alla quale si rivolgono quasi naturalmente molti poveri di passaggio e molti “senza casa”.

Facendo un’analisi del lavoro svolto dai vari volontari avvicendatisi negli anni, si rileva come sia stato necessario adattarsi al variare della tipologia di utenti: ai primi, prevalentemente italiani anziani con poche pretese, è seguita la migrazione dall’Albania e dall’est Europa, costituita da persone di cultura mediterranea simile alla nostra, da inserire in ambiente lavoro ancora in grado di essere ricettivo; più complicato è stato offrire aiuto ai molti giunti dai paesi ex Unione Sovietica, più lontani culturalmente e in un ambiente-lavoro meno ricettivo; in seguito, la crisi economica degli ultimi anni ha veramente richiesto un oneroso impegno e una più accorta indagine a causa dell’insinuarsi di disonesti fra i veri bisognosi, e al ridursi delle risorse disponibili.

L’odierno “povero” residente nella Parrocchia San Gaudenzo è la persona con qualche deficit o dipendenza che non gli consente di poter lavorare o, più frequentemente, il pensionato che percependo la pensione sociale non è in grado di pagare l’affitto. Un 30% è costituito da stranieri, non più giovani, con prole, che non hanno adeguate risorse personali per trovare un lavoro che consenta loro di mantenersi.

Attualmente i volontari della Caritas di San Gaudenzo sono otto; non è mai mancato l’occasionale aiuto da parte di numerosi parrocchiani oltre alla proficua collaborazione con altre realtà della Parrocchia. Si fanno raccolte di prodotti alimentari, materiale scolastico e giocattoli tramite i bambini del catechismo; i ragazzi dell’oratorio e degli scout aiutano per la colletta alimentare. Alcuni volontari hanno portato la loro esperienza negli incontri di catechismo o in iniziative di dialogo con i giovani della parrocchia.

Fare opera di evangelizzazione è molto difficile; i volontari sono perseveranti ma il compito è arduo: andare oltre il semplice esempio o cercare di comunicare di non essere egoisti nell’usufruire degli aiuti spesso suscita obiezioni e aggressività. Questo fenomeno, purtroppo, è in crescita, con motivazioni spesso mutuate dai media e dalla politica.

Per contro è inestimabile la soddisfazione di vedere fra i bimbi del catechismo o del coro parrocchiale i figli di alcuni di quegli albanesi o altri stranieri che sono stati aiutati ad inserirsi nel tessuto cittadino e nel percorso di fede.